Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi, “E’ ricolma. Non ce ne entra più!”
“Come questa tazza,” disse Nan-in “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.
Questa è una potente metafora che ci evidenzia l’importanza di fare spazio, di creare del vuoto nella nostra mente affinché possa essere riempito.
Nel nostro tempo, nell'era dell'informazione, siamo continuamente bombardati da messaggi esterni, ed è sempre quindi meno facile "fare il vuoto", trovare quei momenti e luoghi che ci permettono di "centrare la mente" su noi stessi.
Come possiamo fare il vuoto se siamo continuamente distratti da social, pubblicità, notifiche ....
Inoltre oggi sappiamo che gli strumenti informatici sono creati con l'intento di catturare la nostra attenzione per farci stare il più possibile nel mondo digitale, per guidare il più possibile le nostre scelte.
Certo non è un tema nuovo, non è solo questione di strumenti e di digitale ... infatti la storia Zen risale ai primi del 1900, ma penso che oggi, il come usiamo gli strumenti informatici sia di vitale importante per il nostro benessere.
Il mondo immersivo di oggi sta agli antipodi del "vuoto della mente", la complessità ci travolge, l'ansia sale e così spesso cerchiamo di placarla cadendo in una sorta di bulimia di informazioni, entrando in un circolo vizioso in cui desideriamo sempre essere aggiornati su svariati argomenti. Siamo sommersi da notifiche e messaggi ma non riusciamo a placare la nostra sete di informazione (che non è conoscenza). Siamo costantemente in un luna park digitale attirati e distratti dalle urla e dai richiami dei giostrai del web.
Dobbiamo quindi impegnarci molto per entrare in contatto con noi stessi, e quel vuoto della storia Zen, è fondamentale non solo per permetterci di comprendere meglio ciò che ci circonda ma anche per permetterci di vivere la nostra vita con più consapevolezza,
Come raggiungere quel vuoto? Penso che le vie possano essere moltissime, ognuno può trovare la sua. Meditazione, yoga, attività fisica, semplicemente stare in silenzio, ascoltare musica, davvero penso che ognuno possa impegnarsi per trovare la SUA via.
Qui, oggi voglio però soffermarmi solo sulla parte DIGITALE e di strumenti, che forse è la più semplice, ma per molti la più pervasiva.
Proviamo a partire da qui, proviamo a "mangiare la bestia grande" un boccone per volta.
Un piccolo tassello con cui possiamo iniziare a costruire la nostra nuova consapevolezza è quello di ispirarci al MINIMALISMO DIGITALE, un concetto introdotto dal Professor Carl Newport nel suo libro “Minimalismo digitale – Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo di distrazioni”
Newport sostiene che molte delle attività che svolgiamo sui nostri dispositivi digitali, come la navigazione su Internet e l'utilizzo dei social media, sono diventate delle fonti di distrazione che ci impediscono di concentrarci sulle attività più importanti e significative. Per questo motivo, propone un approccio "minimalista" alla tecnologia, che consiste nell'eliminare tutte le attività digitali non essenziali e concentrarsi solo su quelle che sono realmente importanti per la nostra vita.
Per raggiungere questo obiettivo, Newport suggerisce una serie di tecniche molto interessanti come la creazione di uno spazio libero da dispositivi digitali per un certo periodo di tempo ogni giorno, la definizione di regole chiare sull'utilizzo dei social media e la pratica di attività che richiedono la nostra attenzione e concentrazione, come la lettura di libri o la meditazione.
Ma a mio avviso a monte di tutto dovremo aver la forza si semplificare il nostro “setting digitale” eliminando tutto ciò che non ci porta valore, ciò che è superfluo.
Per far questo partiamo da azioni banali come eliminare account su siti che non usiamo, eliminare app che non usiamo o che usiamo raramente, togliere notifiche e pop-up, inserire codici di sblocco per accedere a determinate app, spostare l’accesso al mondo online da smartphone a PC,
e così via dicendo.
Insomma less is more credimi, ne trarrai beneficio così come ne gioveranno la tua privacy e sicurezza on-line, ma questa è un’altra storia…